come nasce un quadro?

 Molte volte mi sono sentita chiedere come nasce un’idea, prima disegno facendomi ispirare da qualcosa o ho già tutto pronto in testa quello che voglio rappresentare..?

 È un po’ complicato spiegare razionalmente quello che accade in modo piuttosto astratto.. per quel che mi riguarda, nasce tutto da un bisogno, il bisogno di dire qualcosa. Se dico che spesso le immagini esistono già mentalmente, non è un delirio eccentrico di un’ aspirante artista, ma è ciò che accade davvero.

 Le immagini aleggiano in una dimensione visiva quasi come..un sogno ad occhi aperti. Appaiono quando provo  forti emozioni e stati emotivi importanti che hanno una certa urgenza di prendere “corpo” ed essere fissati in un mondo tridimensionale nel quale viviamo..

 Non a caso ho usato il termine “prendere corpo” poiché il corpo fisico è veicolo importantissimo delle emozioni..tutte!  ed il veicolo che uso nelle mie rappresentazioni.. già, quando parlo di rappresentazione mi viene sempre in mente, ma più che una memoria mentale, è una memoria che parte dallo stomaco, come un farfallio, quello che accade su palcoscenico. Sia di chi guarda e viene emozionato e di chi recita che emoziona , racconta, produce gesti.. ecco il gesto teatrale è venuto fuori così, assolutamente senza che io lo calcolassi, qualcuno mi ha fatto notare questo particolare dei miei quadri, e io l’ho scoperto in quel momento, ho pensato: “..oh cavolo è vero!”

 È una mia caratteristica, come di chi è prevalentemente pittore ed il colore è un veicolo imprescindibile, così il mio bianco e nero e i miei gesti teatrali e le mie inquadrature un po’ cinematografiche..mi distinguono e, appunto, mi rappresentano.

 Quindi il fiore pianto, della foto che si può vedere qui sotto, è nato così.

 Avevo bisogno di una modella e di una persona che fotografasse ciò che volevo e come lo volevo.


Il fotografo in questione è stato il mio amico Filippo Venturi. Ho  vestito una mia amica fotografa, Michela Mariani, presa in prestito come modella con un lenzuolo bianco, che ricorre spesso come “abito”nei miei soggetti. Con le luci giuste Filippo ha scattato diverse foto.. una volta sviluppate, sfogliate e riguardate più volte..ho scelto quella che mi diceva qualcosa..

 Poi comincio a disegnare..