una mela al giorno..

"senza titolo"

“senza titolo”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo quadro è”senza titolo”. Non sapevo quali parole potessero andare a definire o ad indicare il significato di questo nuovo lavoro. Non sapevo quali parole potessero indicare un mio pensiero a riguardo, un mio stato d’animo che può aver scaturito quest’immagine.

È nato così perché avevo voglia di vedere una figura fluttuare nel vuoto, e volevo qualcosa di spensierato e perché no,anche  divertente. Si, non desideravo vedere qualcosa di impegnativo, venivo fuori dall’esperienza delle “sirene..” così impegnative e incredibilmente serie e drammatiche nel loro far paura, che volevo una sorta di bilanciamento, e una signorina che si solleva e indica una mela (vera nel lavoro originale) mi sembrava sufficientemente leggero e ironico.

Chissà se il mio intento è riuscito. Chissà se si capisce la leggerezza e la non importanza che le ho voluto dare. Non ha messaggi di sottotesto non ha un perché inscritto in un enigma, semplicemente è.

Mi piace l’idea di un qualcosa che esiste senza per forza avere un’origine e uno sviluppo preciso. Probabilmente l’ho detto ancora, ma le mie idee sono idee che in un certo modo fluttuano nel mondo delle immagini pensate o sognate, ed esigono di venir fuori. Sono molto semplice in questo e forse anche priva di particolare fantasia.

Mentre disegnano e mia addentravo con la matita nelle sfumature di questa figura, sorridevo, mi dava un senso di spensieratezza. Le sirene mi hanno travolta invece, in uno stato d’animo di urgenza e talvolta di nervoso, che si tramutava poi in segni che andavano a definire l’oscurità che le avvolgeva..

La mano, il particolare nell’inquadratura, è una palese citazione, della mano di Dio nella raffigurazione celeberrima della creazione di Adamo.

Lo ammetto c’è qualche cosa di volutamente ambiguo, in questa strana figura sospesa, androgina  con un’anatomia allungata, tesa, un po’ ..serpentosa nel suo movimento. Il resto, come al solito, lo lascio a chi guarda. E come sempre può piacere, non piacere affatto, o lasciare indifferenti!

 

 

Inutile arginare

inutile arginare. tu sei me io sono te

inutile arginare. tu sei me io sono te

Parto subito dal titolo, un po’ lungo. È una frase, praticamente: “inutile arginare.  tu sei me e io sono te.” Sono piedi nella sabbia. Quella bagnata dal mare dal andirivieni delle onde. Dove le orme non rimangono, si dissolvono col l’arrivo delle onde calme e lunghe. Quelle che lentamente ti fanno affondare i piedi quando l’onda si ritrae e viene assorbita dalla sabbia.

Mi piaceva quest’immagine dall’alto. Dal punto esatto da dove noi veramente vediamo i nostri piedi e quelli degli altri. I segni sulla sabbia sono fatti col piede come se creassero una linea di confine.. a volte sono gesti che facciamo inconsapevolmente, quando il nostro corpo già comunica prima ancora delle parole, prima ancora forse di un pensiero. Ecco noi facciamo gesti che..ci avvicinano o ci allontanano dal mondo circostante. Dalle persone che vogliamo  o non vogliamo vicino. Quei piccoli gesti che facciamo e non ce ne accorgiamo, di apertura di chiusura, di asserzione o di negazione.. è il linguaggio del corpo insomma. Quello che viene osservato e studiato ultimamente per intercettare quel che non si dice e non si vuole dire e che forse nemmeno noi ne siamo consapevoli. Anche se non andiamo a studiare in modo analitico questi comportamenti inconsapevoli, possiamo secondo me capirli ugualmente.. è una percezione visiva di qualcosa che non è congruo alle parole o al silenzio di una persona con la quale in quel momento ci rapportiamo. Io osservo, non studio, sono curiosa di tutto ciò che non conosco, ma non mi va nemmeno di approfondire e sviscerare alcuni argomenti.. preferisco rimanere sul piano delle sensazioni. Mi piace, vedo meglio tutto, a mio modo. Questo quadro nasce da questa riflessione. Ogni parte del nostro corpo comunica. I piedi, assolutamente espressivi – come le mani -, sui quali camminiamo, così lontani anatomicamente dalla testa, eppure così importanti tanto quanto il cervello..io continuo ad indagare e per farlo uso un mezzo vitale per me, che è il disegno. Ma credo che questo si era già capito. Ultima cosa, questi piedi sono disegnati a penna biro, anzi due, una pilot e una bic. Esperienza e tecnica più lunga rispetto alla matita ma con un effetto “grafico” che mi piace molto!

piedi sulla sabbia per email particolareinutile arginare. tu sei me io sono te. il titolo risiede nel significato che per me ha l’altro…l’altro diverso da me, che non è diverso, nessuno è diverso da nessuno. siamo stati tutto. il buono e il cattivo. il bianco e il nero. l’ignorante e il colto. il ricco e il povero..e così via!

“nodo sospeso”

Il nodo..della questione.

Il corpo è veicolo. Il corpo è veicolo di ogni nostra emozione, che rimanga celata o che sia manifesta. Spiegare cosa mi ha spinto verso la raffigurazione di un nodo..sospeso vorrebbe dire svelare..troppo.

Il quadro che ho disegnato è il mio filtro. Il mio nodo, esiste fuori da me, a lui demando  il peso da portare e la sospensione dal mondo circostante..

Metto via perché non è tempo. Sospendo perché non c’è abbastanza forza. Anche se il nodo stringe, sospendo nel silenzio..

Disegno sempre su legno, elemento importante per effettuare quelle fessure, graffiature che apre la superficie in tagli irregolari e profondi.. il supporto diventa ostile alla matita, risultando spezzettato, crepato, sgretolando un disegno altrimenti troppo uniforme, troppo immobile.

Lascio a chi guarda (destino ovvio di ogni forma d’arte: essere vista e “visitata”) la possibilità di interpretare, di trarne una conclusione propria o anche degli interrogativi perché no?nodo sospeso matita su legno 57x180

il mondo di Carla

"il mondo di Carla", ritratto di Carla

Questo è il ritratto di Carla.

Un giorno Carla, mi chiese di farle il ritratto. Io contenta di questa richiesta le chiesi subito di fare un “servizio” fotografico.. dal momento che sono un po’ più autonoma con la macchina fotografica, ci provo e le faccio un bel po’ di foto..

La macchina fotografica è un indispensabile elemento di per il mio lavoro. Non potrei far posare uno o due ore le mie modelle/amiche.. la fotografia accontenta il mio lavoro anche come cselezione, nel senso che una volta scattate un certo numero di foto e sviluppate quelle che mi sembrano ideali per il lavoro che devo eseguire, faccio un’ulteriore scelta, che mi porterà a quelle due o tre foto che mi permettono di iniziare il mio lavoro di disegno. Tutto questo in tempi  diciamo così..meditativi.

Spesso accade che non scelgo una sola foto, ma due o tre, poiché di una mi può piacere la posizione di un braccio, in un’altra l’inclinazione della testa e l’espressione, in un’altra ancora la posizione di una gamba mi pare più elegante..mi piace molto questa specie di “collage” disegnativo.. mi diverte.

Le dimensione che uso nei miei lavori spesso sono in scala quasi reale. Il  supporto ligneo del ritratto di Carla infatti misura 65×180 cm. Si, le mie misure a volte sono un po’ scenografiche.. ma è sempre la ragione di un certo teatro che caratterizza i miei lavori, che poi ho spiegato nell’articolo del “fiore pianto”.

Disegno su un foglio ovviamente grande. Questo sarà il mio “spolvero”, un disegno preparatorio che una volta perfezionato, trasferisco sul legno già preparato, e così piano piano sfumatura dopo sfumatura vado a disegnare..

Ci sono degli oggetti e cose nel ritratto che, nella loro simbologia, appartengono alla committente.. mi sono limitata a interpretarne la loro disposizione nello spazio, non ho chiesto a cosa erano legate, sarebbe stato indiscreto (a parte la gatta!).. io ho amato molto l’aspetto ludico proprio della natura di questo disegno.. e ha profondamente rispecchiato il modo in cui io vedo e concepisco il ritratto di persone. Carla, con la sua richiesta mi ha permesso di esaudire e concretizzare il mio modo di vedere il ritratto!! Quindi posso asserire che è il primo lavoro su commissione che è conforme al mio modo di vedere le cose, e rientra tranquillamente nello spirito della mia poetica artistica!!

Grazie Carlù